LABORATORIO DI FORMAZIONE COREOGRAFICA


La seconda edizione del Progetto è stata incentrata sulla produzione di quattro nuove creazioni. Si è voluto dare l’opportunità a 4 fra i coreografi che hanno partecipato alla precedente edizione, di proseguire in un’ulteriore fase di approfondimento fino a giungere alla creazione di 4 brevi composizioni coreografiche originali, ricomprese in un unico evento, che è stato inserito all’interno del programma di danza del 6. Festival Internazionale di Danza Contemporanea organizzato da La Biennale di Venezia.
Cristine Sonia Baraga, Davide Manico, Eleonora Folegnani e Federicapaola Capecchi sono stati coadiuvati dallo stesso Ismael Ivo e dal coreografo tedesco Karl Schreiner nell’elaborazione di una propria idea del bello, con la partecipazione di sette danzatori, selezionati tramite audizione:
Matteo Carvone, Arianna Cavallo, Elisa Dal Corso, Valeria Galluccio, Simona Miraglia, Elisa Mucchi, Karl Schreiner.


Al termine del Progetto si è pervenuti alla creazione di quattro brevi coreografie originali, ricomprese in un unico evento, “Rooms of a cloud” – Presentazione del laboratorio di formazione coreografica Choreographic Collision part 2, inserito nel 6° Festival Internazionale di Danza Contemporanea de La Biennale di Venezia, che si è svolto all’interno del Telecom Future Center in Campo San Salvador in Venezia nei giorni 19-20-24-25 giugno 2008.
ROOMS OF A CLOUD
| new choreographers on beauty |
Attraverso differenti e ripetute situazioni performative, simultanee e spesso correlate, quattro giovani coreografi italiani presentano alcune declinazioni contemporanee del tema della bellezza, secondo modalità d’azione al di fuori di un soggetto sovrano, e capaci di mettere in crisi la nozione di bellezza più consueta, mostrando la responsabilità di un punto di vista, la necessità del suo agire nel mondo.
In queste inedite riflessioni danzate sulla bellezza, la pluralità dello spazio riflette in pieno questa liberazione dall’ordine prestabilito, così come la simultaneità delle visioni ipotizza una autonoma responsabilità dello spettatore nella possibile successione delle sue scelte.
Anche le immagini video di Lutz Gregor, in stretto dialogo con lo spazio e il movimento coreografico, propongono un approccio al corpo spirituale e politico, con un’iconografia pittorica fortemente debitrice della scuola italiana (Duccio, Beato Angelico, Caravaggio, Signorelli), come un piano ulteriore e parallelo di visione emozionale.
Infine, il movimento perpetuo delle sonorità (alternanze di noises urbani, stati di quiete apparente, sibili di insetti o frequenze elettroniche mixate in crudeli suites) creato da Paki Zennaro allude al contemporaneo mondo sonoro: un circostante liquido capace di essere attraversato, senza coercizione, dalle architetture degli spazî, e dai corpi che li abitano. (Stefano Tomassini)
• CLOISTER OPEN ROOM (ensemble_incipit)
• REFECTORY ROOM I (Davide Manico: Matteo Carvone, Karl Schreiner)
Attraverso prove rituali quali la preghiera, la fame e il silenzio, due corpi sperimentano un’idea di bellezza come piena accettazione dell’ombra, e come continua incorporazione dell’inappagato.
• GLASS ROOM (Eleonora Folegnani: Valeria Galluccio)
Una creatura bellissima, che si nutre di ricordi umani e sorgenti elettriche, è sospesa tra due mondi, naturale e artificiale, mentre la nostalgia di un passato di pienezza declina e ogni conoscenza di bellezza scivola via.
• WATER ROOM (Cristine Sonia Baraga: Elisa Dal Corso, Elisa Mucchi)
L’esistenza parallela di due ninfe marine condannate, per non soccombere, a cercare inutilmente l’amore di un uomo, quali emblemi di un bisogno di bellezza senza contropartita.
• REFECTORY ROOM II (Federicapaola Capecchi: Matteo Carvone, Karl Schreiner, Arianna Cavallo, Simona Miraglia, Elisa Dal Corso, Elisa Mucchi)
In un tempo che succede al già accaduto, fra i relitti e le rovine, gli orrori e le distruzioni dell’indifferenza di ognuno, i corpi dei danzatori negoziano azioni fisiche e simboliche che rivendicano all’umanità un’ancóra possibile, e affermativa, bellezza.